Data del concerto: Giovedì, 15 Dicembre, 2022 ore 21,30

Il Big Bang (pubblicata 21 Febbraio 2022, fingerpicking.net)

Nel mondo della chitarra acustica, Paolo per me è stato Matrix, la Genesi, il Big Bang.

Nel 1997 ero andata a sentire una demo delle chitarre Larrivée al Davoli Music Center di Parma. Ricordo che era la prima volta che vedevo Paolo prendere fra le mani una chitarra acustica. E con le sue melodie piene di sentimento mi trasportò prima in Alabama, poi nel cuore di New Orleans, infine in California. Prima di allora non avevo mai visto né sentito un chitarrista simile a lui. È stato Paolo che mi ha fatto conoscere quel mondo e quel modo di suonare la chitarra.

Ero troppo timida per presentarmi ma, entusiasticamente, l’estroverso amico che mi stava accompagnando cinguettò: «Ehi, questa ragazza è una cantante!» E nel dialogo che ne conseguì accennai che avevo scritto alcune canzoni. «Ma pensa» disse Paolo. «Cercavo una cantante. Hai registrato qualcosa?» Casualmente avevo registrato la mia primissima demo, che gli inviai in seguito per posta. Paolo fu così entusiasta della canzone da me scritta e cantata, che decise di inserirla nel suo CD e mi sollecitò a scrivere testi e cantare in alcune delle sue canzoni.

Paolo era instancabile. Dopo un viaggio da Pescara a Parma durato cinque ore, trotterellò su per le scale per raggiungere il mio monolocale, estrasse la sua chitarra e – con leggiadria – iniziò a percuoterla utilizzando acrobaticamente le dita, canticchiando le melodie delle sue canzoni ininterrottamente per cinque ore, sorseggiando solo un po’ d’acqua fra una canzone e l’altra. Infine, ripose la chitarra nella propria custodia e trotterellò giù per le scale correndo verso la stazione, per risalire in corsa su un treno in partenza per Pescara.

Entrare nello studio dove abbiamo registrato le tracce di Kid in a Toyshop e ascoltare per la prima volta “The Gamblers” rimarrà per sempre uno dei ricordi più belli ed emozionanti, non solo della mia carriera, ma di tutta la mia vita. Entrai nella sala e vidi gli altoparlanti con i coni che pulsavano, spinti dalle percussioni di Alex Acuña. L’ingegnere del suono mixava lo scintillante strumming e tapping di Paolo con i suoni caldissimi, dolci e scuri di Michael, il tutto abbellito dalle frequenze altissime delle frasi suonate con il suo EBow. Mi sembrò di aver appena varcato le porte del paradiso, con un biglietto della lotteria da un milione di dollari nelle mani. Be’, effettivamente fu così. Lo studio della Step Musique di Stefano Severini era proprio bellissimo! E Stefano ammirava tantissimo Paolo. Quanto a me, era la prima volta che sentivo e vedevo di persona una D-35 della Martin. Stefano, in qualche occasione, mi parlò di quella chitarra gesticolando e sventolando le mani, come se avesse appena assaggiato il miglior vino della vita. Inoltre Stefano raccontava le storie di Syd Barret e dei Pink Floyd e mi sembrava – allora, molto prima dell’era di Internet – la pagina Google dei Pink Floyd! Paolo ascoltava intensamente, con la testa appoggiata sulle mani. Il progetto di Have You Seen the Roses? forse fu concepito già lì.

Alcune registrazioni vennero bene, ma la registrazione delle voci di “Kid in a Toyshop”, che era la canzone chiave, si dimostrò subito difficoltosa. Personalmente non avevo molta esperienza di sala d’incisione, e provavo imbarazzo ad avere più persone intorno mentre mettevo l’anima a nudo con quel brano. Cercarono di aiutarmi, ma a volte le parole non sono sufficienti per dare le migliori spiegazioni. Era presente anche l’avvocato di Paolo, che cercava di spiegarmi e di aiutarmi. Ma improvvisamente sono scoppiata in lacrime. Forse ritenevo che fosse meno coinvolgente prendermela con l’avvocato, e urlai qualcosa per la tanta frustrazione. Nonostante qualche piccolo momento così, però, quelli sono stati i giorni più belli del viaggio che abbiamo fatto insieme.

Qualche volta, anche recentemente, ho utilizzato proprio quell’esperienza per un esercizio mentale consigliato anche dagli psicologi, che serve per sollevare il morale e per uscire da momenti di depressione, oppure per distrarsi dalla rabbia o dalla tristezza. Occorre chiudere gli occhi, respirare profondamente e riportare alla mente un momento in cui ti sentivi veramente, veramente felice. E quello fu, quello è tuttora per me, uno di quei momenti.

Un altro di quei momenti fu attendere vicino al palco mentre Paolo e Michael Manring mi facevano volare l’anima in cielo con la canzone “Lucky 13”. Questa è ancora oggi la mia canzone di Paolo preferita in assoluto. Un giorno gli chiesi: «Ma con quale chitarra hai scritto “Lucky 13”?» «Con la D-35» mi rispose. Oggi, infatti, ho due chitarre di quel modello, proprio per quel ricordo. Per quella canzone. Grazie Paolo.

Fui onorata di partecipare al suo secondo e terzo CD. Ebbi l’onore di andare in tournée con lui, Michael Manring e Alessio Ambrosi in molte occasioni. Paolo mi ha ispirato in modo incalcolabile. Lavorare con Paolo mi ha fatto sognare e, ogni volta che lavoravo con lui, tornavo a casa con qualche novità. Non ci sono le parole per esprimergli la mia profonda gratitudine. Il mio cuore è letteralmente spezzato.